sabato 4 luglio 2015

RIACCENDIAMO L'EMPATIA CON I FRATELLI MAGGIORI

La gelosia tra fratelli è uno dei temi più scottanti della vita del genitore.

Mesi e mesi a macerarci nel dubbio amletico “Riuscirò ad amare il nuovo arrivato come amo lui/lei?” e poi, nell'attimo in cui finalmente i figli sono riuniti: il maggiore, l'insostituibile, il cucciolo fino a pochi istanti prima, si trasforma NEL GIGANTE!
Un gigante scomposto, scoordinato, che si muove a scatti e fa cadere tutto, che ha la voce sempre troppo alta e, come aggravante, è pieno di pericolosissimi microbi.
Naturalmente il gigante è curioso, curiosissimo e pretende di prendere il vostro minuscolo e indifeso neonato tra le braccia, probabilmente dopo essersi pulito 20 cm di muco verdastro col dorso della mano.

Genitori plurifigliati, alzate la mano solo se non avete MAI provato questa sensazione.
A me è successo, dopo ogni parto... mi sono vergognata intimamente e per anni l'ho negato anche a me stessa... ma a me è successo!

Ora, il GIGANTE di media ha un paio d'anni, talvolta 5, ci sono casi in cui addirittura non supera l'anno, quindi, in realtà, è un bimbetto che di razionale non ha ancora nulla e vive tutto, TUTTO, direttamente con la pancia e il cuore.

Il vostro sguardo, il battito cardiaco accelerato, le microgocce di sudore che vi imperlano la fronte, tutto viene registrato dal vostro primogenito nel momento in cui fa la fatidica domanda “Me lo dai?”. In quell'attimo tutta la vostra tensione diventa la sua e ZAC... non gliela darete più a bere che non c'è alcuna differenza tra lui e il nuovo arrivato.
Perchè la differenza c'è eccome!

Il neonato è COSTRUITO per attrarre l'attenzione degli adulti. La natura l'ha fatto così apposta affinchè noi grandi ci sciogliamo come un gelato all'equatore davanti ai suoi scricchiolii. Il senso di protezione è massimo e qualsiasi alito di vento è un pericolo, figuriamoci il GIGANTE che viene a malapena tollerato perchè, anche lui in fondo, fa parte della famiglia. Le mamme poi sono dotate di carriole di ormoni che funzionano come lucchetti su una catena che le collega direttamente, cuore a cuore, con il nanetto. Quindi?


Quindi, malgrado tutti gli accorgimenti e l'amore di mamma e papà (che però è vero, quello si, non si divide ma si moltiplica), il maggiore si incavola, si sente tradito, non capisce cosa ci faccia il bavosetto a casa sua e farà di tutto perchè lo sguardo dei genitori cada nuovamente su di lui.
E non importa se quello sguardo non sarà amorevole come un tempo ma somiglierà a quello di un babbuino inferocito perchè gli hanno appena infilato una freccetta nel didietro.
A lui interessa solo che si girino verso di lui e lo faranno SICURAMENTE se lui combinerà qualcosa, qualcosa di grosso, come la posta in gioco: le attenzioni di mamma e papà!

E lì scatta la crisi perchè i genitori, anche quelli armati delle migliori intenzioni, faticano a trovare un filo empatico con i figli maggiori e il filo empatico si interrompe perchè si cerca una spiegazione razionale a quei comportamenti.
La frase che mi sento ripetere più spesso è "Ma se ha tanto bisogno di stare con me perchè, quando la sorellina dorme e finalmente abbiamo un'oretta per stare insieme: mi aggredisce, salta, urla, le carezze sono manate e un abbraccio è un'aggressione?".

Ecco, questa è una metafora per spiegare come può sentirsi un fratello/sorella maggiore, e la racconto ai clienti che vengono ai colloqui di Couselling Genitoriale per affrontare la "gelosia" tra fratelli. Di solito questa storia funziona molto bene e lo sguardo sui figli ritrova velocemente: empatia, comprensione e una nuova complicità. Buona lettura :)

Immaginate che il vostro partner un giorno torni a casa con un altro/a dicendo "Amore ti amo cosi tanto, sto così bene con te che ho deciso di stare anche con lui/lei. Ora dovete amarvi anche voi, andare d'accordo e fare tutto insieme. Naturalmente, siccome è appena arrivato, avrà bisogno di tutte le mie attenzioni, starà con a me, anche di notte ma vedrai che, col tempo, tutto tornerà come prima (tranne che lui/lei non se ne andrà MAI PIU') e io sarò finalmente più presente. Tu, abbi solo fiducia in me. Ah tesoro, quasi dimenticavo... non ha nulla, non è che potresti condividere, oltre che me, anche tutto ciò che possiedi?"

2 commenti:

  1. Più che Cosa si Fa, mi concentrerei sul Come si è! Se riesci ad accendere l'empatia e quindi riesci a sentire lo smarrimento, la rabbia di non essere più l'unica, la paura di essere abbandonata, invece di chiedere comprensione al bambino sarai tu a donarla e le tue reazioni nei suoi confronti saranno diverse e più accettanti (sicuramente meno isteriche, come spesso accade quando si è stanchi) e di conseguenza anche le reazioni del bambino saranno sempre meno forti. Quindi si è più dolci e accoglienti e, soprattutto, comprensivi!

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