La gelosia tra fratelli è uno dei temi più scottanti della vita
del genitore.
Mesi e mesi a macerarci nel dubbio amletico “Riuscirò ad amare
il nuovo arrivato come amo lui/lei?” e poi, nell'attimo in cui
finalmente i figli sono riuniti: il maggiore, l'insostituibile, il
cucciolo fino a pochi istanti prima, si trasforma NEL GIGANTE!
Un gigante scomposto, scoordinato, che si muove a scatti e fa
cadere tutto, che ha la voce sempre troppo alta e, come aggravante, è
pieno di pericolosissimi microbi.
Naturalmente il gigante è curioso, curiosissimo e pretende di
prendere il vostro minuscolo e indifeso neonato tra le braccia,
probabilmente dopo essersi pulito 20 cm di muco verdastro col dorso
della mano.
Genitori plurifigliati, alzate la mano solo se non avete MAI
provato questa sensazione.
A me è successo, dopo ogni parto... mi sono vergognata intimamente e per
anni l'ho negato anche a me stessa... ma a me è successo!
Ora, il GIGANTE di media ha un paio d'anni, talvolta 5, ci sono
casi in cui addirittura non supera l'anno, quindi, in realtà, è un
bimbetto che di razionale non ha ancora nulla e vive tutto, TUTTO,
direttamente con la pancia e il cuore.
Il vostro sguardo, il battito cardiaco accelerato, le microgocce
di sudore che vi imperlano la fronte, tutto viene registrato dal
vostro primogenito nel momento in cui fa la fatidica domanda “Me lo
dai?”. In quell'attimo tutta la vostra tensione diventa la sua e ZAC... non gliela
darete più a bere che non c'è alcuna differenza tra lui e il nuovo
arrivato.
Perchè la differenza c'è eccome!
Il neonato è COSTRUITO per attrarre l'attenzione degli adulti. La
natura l'ha fatto così apposta affinchè noi grandi ci sciogliamo
come un gelato all'equatore davanti ai suoi scricchiolii. Il senso di
protezione è massimo e qualsiasi alito di vento è un pericolo,
figuriamoci il GIGANTE che viene a malapena tollerato perchè, anche
lui in fondo, fa parte della famiglia. Le mamme poi sono dotate di
carriole di ormoni che funzionano come lucchetti su una catena che le
collega direttamente, cuore a cuore, con il nanetto. Quindi?
Quindi, malgrado tutti gli accorgimenti e l'amore di mamma e papà
(che però è vero, quello si, non si divide ma si moltiplica), il
maggiore si incavola, si sente tradito, non capisce cosa ci faccia il
bavosetto a casa sua e farà di tutto perchè lo sguardo dei genitori
cada nuovamente su di lui.
E non importa se quello sguardo non sarà
amorevole come un tempo ma somiglierà a quello di un
babbuino inferocito perchè gli hanno appena infilato una freccetta
nel didietro.
A lui interessa solo che si girino verso di lui e lo
faranno SICURAMENTE se lui combinerà qualcosa, qualcosa di grosso, come la posta in gioco: le attenzioni di mamma e papà!
E lì scatta la crisi perchè i genitori, anche quelli armati
delle migliori intenzioni, faticano a trovare un filo empatico con i figli maggiori e il filo empatico si interrompe perchè si cerca una spiegazione razionale a quei comportamenti.
La frase che mi sento ripetere più spesso è "Ma se ha tanto bisogno di stare con me perchè, quando la sorellina dorme e finalmente abbiamo un'oretta per stare insieme: mi aggredisce, salta, urla, le carezze sono manate e un abbraccio è un'aggressione?".
Ecco, questa è una metafora per spiegare come può sentirsi un fratello/sorella maggiore, e la racconto ai clienti che vengono ai colloqui di Couselling Genitoriale per affrontare la "gelosia" tra fratelli. Di solito questa
storia funziona molto bene e lo sguardo sui figli ritrova velocemente: empatia, comprensione e una nuova complicità. Buona lettura :)
Immaginate che il vostro partner un giorno torni a casa con un
altro/a dicendo "Amore ti amo cosi tanto, sto così bene con te
che ho deciso di stare anche con lui/lei. Ora dovete amarvi anche
voi, andare d'accordo e fare tutto insieme. Naturalmente, siccome è
appena arrivato, avrà bisogno di tutte le mie attenzioni, starà con a me, anche di notte ma vedrai che, col tempo,
tutto tornerà come prima (tranne che lui/lei non se ne andrà MAI
PIU') e io sarò finalmente più presente. Tu, abbi solo fiducia in
me. Ah tesoro, quasi dimenticavo... non ha nulla, non è che potresti
condividere, oltre che me, anche tutto ciò che possiedi?"